Siamo tutti Villanoviani

  • foto di Walter Trentini
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    foto di Walter Trentini

    A distanza di 4 anni ritorno dagli amici del Gruppo Fotografico La Rocca di Castenaso. Il pensiero vaga a quella piacevole domenica dove i nostri amici non finivano di stupirci con le loro sorprese in un meraviglioso (nel senso di meraviglia) gioco di scatole cinesi.

    Memore della precedente esperienza, durante il viaggio mi ripeto di abbassare le mie aspettative, per non rischiare di rimanere deluso. Non ritengo possibile superare quel livello di meraviglia. E invece, anche questa volta, ci sono riusciti. Lo hanno fatto in un modo tanto discreto quanto eclatante. Ci hanno accompagnati al MUV, il Museo della Civiltà Villanoviana, aperto quella mattina appositamente per noi, dove Paola, archeologa e curatrice del museo, ci ha condotti verso una scoperta sorprendente: la civiltà villanoviana, che si è sviluppata in questa parte dell'Emilia, ha il suo continuum storico nella civiltà etrusca, largamente diffusa in Toscana, tanto da costituire un unico popolo nella nostra e la loro Regione.
    È stato come scoprire di avere dei fratelli separati nelle culle di 3000 anni fa! Questa scoperta conferma e rafforza il sodalizio tra i due club fotografici: in fondo, siamo tutti Villanoviani.

    Let's MUV!

    Il museo è piccolo ma interessante. È moderno nella struttura e nella tecnologia della comunicazione, a cominciare dal nome, che mi suggerisce una frase di invito alla visita, che trascrivo nel libro degli ospiti: Let's MUV! La frase è una contrazione di let's move to MUV (andiamo al MUV), dato che "move" e "MUV" si pronunciano, più o meno, allo stesso modo.

    Quei fanciulli della Rocca

    Ma le sorprese non sono finite: parlando con Leonardo, presidente del foto club, e Giorgio, assessore alla cultura, ho fatto un’altra scoperta clamorosa: a Castenaso non c'è nessuna rocca. E allora, da dove viene il nome del club amico? Dopo avermi meravigliato, Leonardo mi spiega l’arcano: ai margini del parco giochi cittadino, c'è una chiusa d'acqua, la cui costruzione, alta poco più di due metri, agli occhi dei bambini si è trasformata in rocca da difendere o da assediare per gioco.
    Il nome del Parco (Parco della Chiusa, ex Parco della Rocca) conferma questa tesi.
    Non posso fare a meno di immaginare che qualcuno di quei fanciulli siano, da grandi, diventati i nostri amici Fotoamatori.

    foto di Walter Trentini
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  • Riccardo Innocenti

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    Gruppo Fotografico La Rocca

     

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