L'avvento della tecnologia, nel campo fotografico, ha portato indubbi vantaggi a tutti coloro che sono vicini a questa arte, sia per professione che per pura passione.
Non si può negare, però, la piacevolezza di tornare a quelle origini che hanno accompagnato la fotografia fino a questa grande innovazione digitale, riaccendendo così le memorie di chi quei momenti li ha vissuti in prima persona ma, al tempo stesso, sollevando l'interesse degli autori più giovani che, di tutto questo, conoscono relativamente poco.
Il ritorno al "passato" ci è stato possibile, durante questa serata, grazie alla presenza in pedana del nostro socio Patrizio Marchetti e alla visione di due suoi importanti lavori, completati ormai da più di venti anni.
Patrizio si definisce un fotoamatore che ha provato un po' di tutto, senza specializzarsi in qualcosa di definito - a suo modesto dire -.
In realtà, le stampe in bianco e nero ed i suoi racconti ci parlano di un artista meticoloso, con temi precisi da svolgere, elevata competenza tecnica sia nello scatto che nella stampa in camera oscura.
Il primo dei due lavori, presentato dall'autore, riguarda la toccante realtà dell'ospedale neuropsichiatrico pistoiese (conosciuto come Ville Sbertoli; attualmente in disuso).
Gli scatti ci mostrano da un lato la fatiscenza e l'abbandono dei locali della casa di cura, in quegli anni, dall'altro alcuni dei ricoverati che sono stati in contatto con Patrizio durante lo svolgimento del lavoro.
Inutile sottolineare la drammaticità di questa serie che è riuscita, per molti versi, a parlarci direttamente della triste situazione di quel tempo per le persone che vivevano nelle Ville Sbertoli.
Il secondo invece ci mostra una piccola comunità islamica, presente nella nostra città nei primi degli anni novanta, nei particolari momenti della loro preghiera ma anche durante semplici frangenti di vita quotidiana.
La maestria di Patrizio, sia nella ripresa che nella stampa, ha catturato l'attenzione di tutti i soci che spesso, durante la serata, hanno richiesto all'autore un maggior indugiare nella presentazione delle foto, per poterle ammirare anche da vicino, mentre gli venivano rivolte molte domande in merito.
Segno forte dell'interesse che i suoi lavori hanno suscitato sia nei più giovani che nei più esperti, forse come spunto di idee ma anche semplice ammirazione per lavori così importanti.
Ringraziamo Patrizio per aver regalato al GFP questa serata emozionante, con la speranza che possa tornare a presentare i suoi lavori ricchi di molti scatti, come lui stesso ci ha confessato.
Sempre preziosa, inoltre, la sua presenza durante le serate di incontro al club perché si rende sempre disponibile a critiche costruttive e suggerimenti che provengono dalla sua grande esperienza fotografica, contribuendo così alla crescita dei soci del nostro gruppo.
Errol Falbo