Spesso, ci troviamo difronte a situazioni strane, astratte, di difficile spiegazione; questo vale per tutti i settori e scenari della vita.
Personalmente; avendo spaziato in mille attività, sia per lavoro che per diletto, non era raro l'imbattermi in certi stati d'animo che spesso e volentieri riuscivano a procurarmi solo un gran mal di testa. Adesso vi chiederete dove voglio arrivare; visto che mi sto rivolgendo a dei fotoamatori : or bene francamente non sono sicuro di riuscire a farmi capire, e farvi partecipi di qualche mia pseudo follia, ma ci proverò comunque.Come molti di voi ( e non tutti ) sapranno, svariati anni or sono, ho realizzato un lavoro in fotografia, riguardante il mare, ed in particolare la sabbia. Per svolgere questo compito che mi ero prefissato, mi sono recato molte volte presso il salato liquido elemento, armato di attrezzatura fotografica e di lettore di cassette musicali che preparavo con musiche più o meno idonee ( ovviamente a mio parere ).
Giunto sul luogo, facevo partire la musica e mi lasciavo trasportare da essa, lungo i vari sentieri sabbiosi. In tutto questo, non c'era una vera regia, ma soltanto un'idea di base, piccole tracce sconfusionate, coriandoli al vento che rifrullavano nella mia testa. Gli occhi, spaziavano in ogni direzione alla ricerca di tracce, segni, spunti, atomi, particelle di interesse; ogni tanto si affacciava nel cervello, prima ancora che davanti allo sguardo; un particolare curioso, degno di essere prima osservato e poi catturato sulla pellicola. Ovviamente, scattavo, e riscattavo ancora, ma consapevole di non aver catturato niente che non fosse un'anonima parte del paesaggio.
Gli “ INTROVABILI “ erano quei particolari che avevo sempre avuto nella testa, ma che forse non erano di questo mondo, la nostra fantasia, è la più meravigliosa e misteriosa miscela di particelle chimiche, che pongono una mente pensante nella condizione di spaziare disinvoltamente in ambienti astratti, mai esistiti, che si materializzano nella nostra psiche, talmente vivi ( a volte ) dall'indurci a credere di averli difronte, e di poterli toccare.
Raramente riuscivo a cogliere un barlume di quello che esprimeva il mio pensiero, ed era allora che mi sentivo pienamente appagato di tutto il tempo trascorso con lo sguardo piegato in basso; anche quando all'orizzonte, la natura festeggiava il carnevale con colori abbacinanti, e caroselli di splendori unici; ma era niente difronte a quella fogliolina secca che a furia di girare sospinta dal vento, aveva ricamato volute magiche sulla sabbia.
Tutto questo ragionamento bislacco, per giungere a dirvi di guardare molto dentro di voi, prima ancora che all'esterno, perché é nel vostro cuore, nella vostra mente, nelle vostre viscere che albergano le immagini più belle; ma soprattutto: veramente vostre.
Patrizio Marchetti